martedì 13 settembre 2016

Slovenia


La Slovenia è stata una scelta di ripiego, ammettiamolo. Fino all'ultimo, non sapevamo se ci sarebbe stato possibile andare via e quindi avevamo bisogno di una meta "vicina", facilmente raggiungibile in macchina e che non richiedesse particolari preparativi. Eravamo già stati in Provenza, nella Romantische Strasse, la Svizzera non mi ispirava granché, l'Austria tanto meno, non avevamo voglia di andare al mare, non volevamo stare in Italia, insomma...la Slovenia ha fatto capolino dal suo angolo tranquillo e noi ci siamo detti: "perché no?". Abbiamo messo due cose in valigia, prenotato qualche notte qua e là e siamo partiti. 

Per spezzare il viaggio, abbiamo fatto tappa a Trieste, città che desideravo visitare da tempo, ma che è sempre stata un pochino scomoda. Perché, diciamolo, è veramente lontana. Ma, fidatevi di me, vale il viaggio. Lo vale proprio tutto. Sapevo di trovare una bella città, non pensavo di trovarne una così tanto bella. Posso dire, senza ombra di dubbio, una delle più belle città italiane che io abbia visitato finora. Certo, non avrà i monumenti di Firenze, Roma o Venezia, ma le stradine del centro, Piazza Unità d'Italia alla sera, il castello di Miramare, il vento costante, la luce limpida, i caffè e quel gusto un po' ottocentesco che la permea tutta, la rendono una città meravigliosa. Uno di quei posti da godersi senza correre di qua e di là, con calma, stando seduti a un caffè, sbirciando negli androni dei palazzi e perdendosi nelle viuzze del centro storico. 




Dopo due giorni a Trieste,  ci siamo rimessi in macchina e finalmente siamo andati in Slovenia. La prima tappa è stata Piran, un piccolo paese sul mare a due passi dalla costa croata. Volevo vedere come fosse il mare e la guida consigliava Piran "situata sulla punta di una stretta penisola, è la cittadina più incantevole della costa slovena.La sua città vecchia è uno scrigno di architettura gotico-veneziana, anche se d'estate può risultare letteralmente invasa dai turisti". Effettivamente il posto era pienissimo di turisti, un po' buttati a prendere il sole anche sul cemento del porto, ma questo non ne scalfiva la magia: sarà stata la luce fortissima, i ristorantini sul lungomare, il mare limpido da potercisi specchiare, il vento, ma tutto sapeva di buono. E poi è a due passi da Capodistria, che mi ha fatto ripiombare nei ricordi della TV degli anni '80. 



Da Piran, dopo una brevissima sosta al Castello di Predjama , siamo arrivati a Liubljana . Cosa mi aspettavo da Liubljana? Una città un po' vecchio stile, forse un po' addormentata, abbandonata nel passato. Cosa ho trovato? Una città vitale, pienissima di gente, giovane, allegra, presa bene, moderna pur nella sua classicità, silenziosa, verde, vitale, amichevole, una città col sorriso. Dal punto di vista turistico, non è una di quelle città pienissime di cose da vedere.  A meno che non siate interessati ai minimi dettagli e al museo di questo e di quello, riuscirete a esaurire la visita in una, massimo due giornate. Ma non sono i monumenti a far bella questa città. La cosa bella sono i bar e i ristoranti in fila infinita lungo il fiume, tutti pienissimi dalla mattina alla sera tardi, è la gente sorridente e disponibile, è il verde dei giardini, dei parchi, del lungofiume, delle piccole piazzette che spuntano per caso, è la tranquillità che si respira, la mancanza del suono dei clacson, il rumore delle ruote di bicicletta. Insomma, Ljubljana non sarà certo Parigi, ma sembra che ci si viva benissimo. 





Visto che dopo Ljubljana ci aspettavano un po' di giorni in montagna, volevo vedere qualche altra città prima di fuggire in mezzo ai boschi e quindi abbiamo deciso di fare una gita di un giorno a Ptuj e a Celje, due città definite dalla guida rispettivamente "una delle più antiche città della Slovenia, al pari di Ljubljana in termini di importanza storica" e "una città che ha tutte le carte in regola per essere una nota località turistica. Non si sa perché venga sempre snobbata e arrivandoci si ha la sensazione di fare una scoperta straordinaria". Proabilmente abbiamo commesso un gravissimo errore: andarci di sabato pomeriggio, che in Slovenia pare essere la morte sociale. Avevo letto meraviglie su queste due città anche altrove e forse le mie aspettative erano troppo alte o forse era solo la maledizione del sabato pomeriggio, ma ho visto due cittadine che sembravano essere indubbiamente belle, alle quali forse mancava qualcosa: la vita, credo. Peccato, perché quando poi sono stata a Skofja Loka, altra cittadina medievale poco lontana da Ljubljana, me ne sono innamorata perdutamente. Cosa c'era di diverso? Gente, negozi aperti, bambini che giocavano in piazza, luoghi dove procacciarsi il cibo. La vita, insomma. E quello fa, eh. 



Abbiamo concluso questa vacanza con tre giorni in un luogo incantevole, com'è giusto che sia. Perché sì, già tutta la vacanza è andata bene, terminiamola alla grande così al pensiero di tornare a casa ti vien voglia di tagliarti le vene. E quindi gli ultimi giorni della vacanza li abbiamo passati nella zona del lago di Bled, un delizioso specchio d'acqua con al centro un'isoletta raggiungibile solo con barche a remi. Io non sono romantica, ma una cosa del genere scalfisce anche i cuori di pietra come me, eh. Comunque, abbiamo visto Bled, che per essere un posto isolato quasi nel nulla attira più turisti di Portofino (cosa che fortunatamente ha scaccia quel minimo di romanticismo che era si annidato nel mio cuore), e Bohinj, altro lago a circa 20 chilometri da quello di Bled, meno visitato, meno trafficato, una vera meraviglia. Ammetto di non essere mai stata nelle Dolomiti e quindi di ignorare l'esistenza di posti così anche in Italia, ma questo è davvero meraviglioso. Acqua limpidissima, montagne che vi si specchiano, silenzio, mucche, piste ciclabili e sentieri a perdita d'occhio, panchine su cui sedersi a leggere aspettando il tramonto, bar affacciati sul lago dove far merenda, insomma, io non volevo più andar via. 




Insomma, come spesso capita, meno male che ho scelto questa soluzione di ripiego e ho deciso di andare in Slovenia, perché ho scoperto un luogo di grande bellezza. Un luogo semplice, dove tutto (dal punto di vista turistico) funziona a meraviglia, dove la gente ha sempre il sorriso, dove c'è il wi-fi free anche nel paese più sperduto e dimenticato da Dio (e in ogni bar e ristorante, ovviamente), dove magari non ci saranno attrattive straordinarie e monumenti imperdibili, ma dove c'è grande serenità, rispetto, attenzione per le persone e per l'ambiente, cura e amore. E ti vien da pensare che queste cose siano ben più importanti di tanti monumenti  di infinito pregio lasciati lì, abbandonati a sé stessi in mezzo alle urla e al caos (no, Italia, non mi stavo riferendo a te, no, tranquilla). 

Alla prossima per un post tutto infarcito di indirizzi e dritte. 

6 commenti:

  1. Credo di non aver mai letto sui travel blog che seguo di viaggi in Slovenia. A dire il vero, così, d'istinto, per quel poco che conosco, non mi ispira; o meglio, non mi ispirava, perchè vedendo le tue foto e leggendo il tuo entusiasmo inizia ad insinuarmisi il dubbio che in realtà sia un Paese davvero caratteristico. Aspetto il prossimo post :)

    Alice

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guarda, io sono partita un po' per caso e non sapevo bene cosa aspettarmi. Ho trovato un paese semplice, ma pieno di bellezza.

      Elimina
  2. La Slovenia ha cominciato a ispirarmi dopo che ho visitato un paio di fiere del turismo e aver visto come si promuove (bene)! Adesso prende pure a me la voglia di andarci, facendo appunto scalo a Trieste, città che non ho mai visitato, ma che mi attrae tantissimo!!!
    A presto!

    RispondiElimina
  3. la Slovenia era stata una sorpresa anche per noi. tutto quel verde e quella quiete!
    (i laghi delle Dolomiti però, credimi, sono di un altro livello)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti sono nella lista dei desideri! :-)
      Un abbraccio,
      Cinzia

      Elimina