venerdì 21 ottobre 2016

Leggermente: Wild

Buongiorno, amici miei. Avete voglia di cominciare il fine settimana con una bella iniezione di meraviglia? Allora leggete questo post di Elena, l'ennesimo Leggermente che parte da un libro solo apparentemente semplice per farci riflettere su sentimenti profondi. In mezzo, come sempre, a tanta natura e a tanta bellezza. Grazie Elena, buona lettura e buon fine settimana a voi. 

Ho trovato il mio libro, gente!


Come sempre la scelta della musica non è casuale, negli anni ho consumato questo CD (ne possiedo addirittura due copie) e "A quai" meritava proprio di accompagnare il Leggermente di Ottobre.

In realtà tutto è nato da The Little Gardener, l'ho scoperto grazie a Scaffale Basso e l'ho cercato. L'ho trovato e ordinato, ma, ad oggi, non è mai arrivato. Naturalmente non mi arrendo, posso forse non possedere un albo illustrato in cui il fiore che rappresenta la forza d'animo è una zinnia rossa? Ovvio: No.



Nel frattempo, però, due amici che mi regalano sempre libri perfetti sono tornati da un viaggio e mi hanno portato questa meraviglia.

Wild è il primo libro di Emily Hughes, se volete saperne di più qui c'è un ottimo articolo che parla di lei e di un'altra mia adoratissima illustratrice, in occasione del loro ultimo soggiorno in Italia (sorvoliamo sul fatto che io non sia potuta andare a Treviso ad abbracciarle forte).

Ma, tornando a Wild, si tratta davvero di un libro bellissimo.



A partire dalla dedica, che potrei tranquillamente aver scritto io: "For my mama, with all my wild heart", per continuare con i disegni, che meritano una considerazione a parte, fino ad arrivare alla storia vera e propria, quella di una ragazzina trovata nel bosco e trascinata a vivere in città, costretta a conformarsi ai canoni estetici e di comportamento del mondo urbano. Non entrerò nel merito della morale, ma non nascondo che le pagine in cui la piccola selvaggia gioca nei prati e nasconde felice la sua chioma arruffata tra le chiome altrettanto arruffate degli alberi sono quelle che mi hanno colpita di più.

Per quanto riguarda le illustrazioni, invece, avete presente quei tratti anni 70/80, un po' confusi, pieni di segni a matita, di ripassi e calcature su colori tenui, quasi seppiati, come se il tempo fosse già passato tra le pagine? Anche alcune cartoline di auguri, a dire il vero un tantino inquietanti, hanno lo stesso sapore, le ricordate?



Bene, il libro di oggi è così, vintage e retrò, perfetto per scavare a dovere nel cuore di chi è cresciuto a pane e Ritorno al Futuro come me. Se leggere Wild non vi dovesse bastare potete sempre spararvi una puntata di Stranger Things.

Quindi, trama a parte, bella pure lei ma forse un tantino semplicistica (mi porti in città - non mi piego ai comportamenti civili - scappo per tornare nel bosco - ciao), disegni a parte per veri nostalgici, resta una grande verità, almeno secondo me. Risiede nella citazione che ho scelto e che si trova anche sulla quarta di copertina:
"You cannot tame something so happily wild..." [non puoi domare nulla di così felicemente selvaggio].



E’ proprio vero, niente mi fa stare bene quanto sentirmi liberamente selvatica, all'aperto, con chi amo, che ci sia il sole o faccia brutto, con la neve o il mare accanto. Nulla è in grado di domare questa mia gioia saverga (come diciamo qui a Genova), né il lavoro né le fatiche quotidiane riescono a soffocare la voglia di natura che vive dentro di me da quando ne ho memoria.

Credo che sia un insegnamento valido per tutti: ognuno di noi, infatti, ha un posto in cui si sente davvero se stesso e tornare lì, spesso o anche raramente, sarà sempre come arrivarci per la prima volta. 
Parola di una wild in carne, ossa e foglie.

[La playlist del Leggermente la trovate qui]

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